IL Martini - teatro trecenta

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Breve storia del Teatro Comunale "Ferruccio Martini" di Trecenta
Le origini
 Per generosa liberalità d’animo, l’illustrissimo ed eccellentissimo signor Ercole de’ Pepoli (…) donò il terreno al Comune di Trecenta, sul quale, con l’approvazione del cittadino benemerito elargitore, i priori (…) con denaro pubblico eressero questo porticato nell’anno 1690”.
 Una lapide in latino, conservata su una parete del ridotto del teatro comunale, ricorda le origini dell’edificio, nato come ampio mercato coperto di 12 metri per 20,50.
La ricostruzione
Nel 1853 l’ormai pericolante struttura in legno fu completamente rifatta in muratura con linee rinascimentali e trasformata in teatro, pur continuando a essere utilizzata anche come padiglione per il mercato.
  L’uso come sede di rappresentazioni teatrali si fece sempre più intenso, tanto che sul finire dell’ottocento vi vennero rappresentati spettacoli lirici e drammatici di tutto rispetto, con la presenza di celebri cantanti e musicisti.
La grande affluenza di spettatori, provenienti anche da altri paesi, convinse l’amministrazione comunale ad ampliare il teatro che, nel 1908, fu dotato di una seconda galleria.
La crisi
 Nella prima metà del novecento il teatro ospitò i concerti della società filarmonica locale e molte commedie, alcune delle quali messe in scena da una filodrammatica composta da giovani del paese.
 Nel secondo dopoguerra, con l’avvento del cinematografo, il teatro andò perdendo la sua funzione di sede per l’intrattenimento e la struttura, sempre più decadente, serviva saltuariamente come mercato all’ingrosso di carni.
Negli anni ’70 del secolo scorso l’amministrazione comunale decise di rivoluzionare la struttura, trasformandola in sala cinematografica con un minuscolo palcoscenico; la crisi dei piccoli cinema di provincia, sopraggiunta sul finire del ‘900, portò alla sua chiusura.
La rinascita
È del 2007 il progetto per la ristrutturazione dell’edificio, resa possibile grazie ai contributi della Regione del Veneto, su una proposta progettuale basata sull’utilizzo del teatro come luogo di aggregazione socio-culturale.
Finalmente, il 4 dicembre del 2010, con un concerto dell’orchestra del teatro Olimpico di Vicenza, il rinnovato teatro, con l’occasione intitolato a Ferruccio Martini (1860 – 1943), illustre letterato trecentano, è tornato a rifiorire.
La moderna struttura, dotata di un ampio palcoscenico con moderna attrezzatura di scena, camerini e tutto ciò che ne garantisce una piena e completa fruibilità nell’organizzazione di spettacoli di prim’ordine
Può ospitare 340 spettatori su comode poltrone, la tappezzeria delle quali ricorda l’originario colore azzurro che predominava nel vecchio teatro dell’ottocento.
Ferruccio Martini
Biografia
  Il professor Ferruccio Martini (Trecenta 1860 – 1943) fece una rapida e brillante carriera nel campo dell’istruzione.
Laureatosi nell’istituto di studi superiori di Firenze, dapprima professore di lettere italiane nei licei, salì all’ufficio di provveditore agli studi e tenne con onore varie sedi: Sondrio, Forlì, Perugia, Bologna, ultima per sette anni, Roma.
  A Sondrio promosse la costituzione di società pro sordomuti. Nella città di Perugia fu anche reale commissario per l’amministrazione del collegio-convitto per gli orfani dei sanitari italiani. Infine a Roma, negli anni della prima guerra mondiale, collaborò per l’organizzazione civile, e gli fu conferita da quel municipio la croce di benemerenza; fondò inoltre negli ospedali militari della capitale scuole per grandi mutilati, che vi stavano lungamente degenti.
  Chiamato poi a far parte dell’ispettorato centrale per le scuole medie, nel 1919, e inviato in missione a Trieste, studiò e propose opportuni provvedimenti nel delicato trapasso dal regime austriaco all’italiano.
  Commendatore nell’ordine della Corona d’Italia; Cavaliere Ufficiale nell’ Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, medaglia d’oro nell’Educazione nazionale.
  Si ritirò a vita privata, per sua domanda, dopo più di quarant’anni di servizio.
Il letterato
  I pregi di Martini come scrittore sono la chiarezza, la brevità, l’efficacia. Fra i suoi lavori si ricorda la monografia “Lorenzino de’ Medici e il tirannicidio nel Rinascimento”, lodata opera giovanile, edito nel 1882 e ristampato anche nel 1972.
  Pubblicò discorsi in varie occasioni, pronunziati a Sondrio, a Forlì, a Bologna, a Roma; commenti a canti del Leopardi e a prose del Foscolo; il “Sommario della storia letteraria italiana”, in collaborazione con Francesco Trevisan, autore del pregevole commento ai “Sepolcri” foscoliani.
  Dettò molte epigrafi, le più a Trecenta: per la Colonna della Libertà; per il monumento ai Caduti; per Oberto Bellini; molte altre per defunti del paese natale di cui fu figlio affezionato. Vi riordinò la biblioteca popolare, negletta in lungo abbandono.
Il personaggio pubblico
  Fu il primo podestà del Comune, al quale dedicò sapere e illuminata operosità. Malgrado la tarda età, si dedicò fino alla fine ancora ad opere benefiche, aiutare i  bisognosi, comporre dissidi, dispensare assennati suggerimenti.
  Ritiratosi dal lavoro, Ferruccio Martini fece ritorno nella natìa Trecenta, dove si rifugiò in una modestissima casa, oggi purtroppo abbandonata e fatiscente: “Parva sed apta mihi” (Piccola ma adatta a me) fece incidere sull’architrave della porta.
  Si dedicò subito con passione alla vita del suo amato paese, contribuendo attivamente alla nascita dell’ospedale, che sorse nel 1925 in quella “Casa Rossi” lasciata in legato al Comune di Trecenta da Roberto Rossi, morto nel 1918 (anche le parole delle lapidi poste nell’atrio di questo ospedale sono opera di Martini).
  Martini avrebbe fortemente voluto che la guida dell’ospedale andasse nelle mani dell’illustre medico e concittadino Nicola Badaloni, il quale tuttavia declinò l’invito.
  Nominato Commissario prefettizio di Trecenta, nel 1927 divenne primo Podestà del paese.
  Nel testamento lasciò tutti i suoi beni all’ospedale Casa Rossi di Trecenta.
  Ossequiato e riverito da tutti i concittadini per la sua enciclopedica cultura, assisteva gratuitamente con le sue lezioni studenti in difficoltà; spesso consultato per la stesura di necrologi, epigrafi, epitaffi e iscrizioni, scrisse la quasi totalità delle lapidi esistenti in paese: sul frontone delle scuole comunali (Per il cuore – Per la mente), monumento ai Caduti (Trecenta ai suoi figli gloriosamente morti perché l’Italia vivesse), Colonna della Libertà e molte, molte altre.
Le informazioni sulla vita di Ferruccio Martini sono liberamente tratte dal libro “Notizie storiche su Trecenta” di Cristino Sartorelli (1940).
Teatro Comunale "Ferruccio Martini "
Piazza G. Garibaldi, 1
45027   Trecenta (RO)
www. teatroditrecenta.it
Compegnia Teatrale
FORSE A GH'LA FEN aps
contatti e informazioni
mail: forseaghlafen18.dir@libero.it
cell: Antonella  3926964872   
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